L’alluminio è ormai indispensabile nell’architettura moderna. Questo metallo leggero ha dato ottimi risultati nelle soluzioni di schermatura solare come le tende veneziane, gli avvolgibili o le tende da sole per facciate: la sua durata e la sua resistenza alla corrosione e agli influssi atmosferici, la sua leggerezza, la sua struttura che consente di sbizzarrirsi nel design e la sua riciclabilità fanno dell’alluminio un ottimo materiale da utilizzare nelle facciate.
Ma, oltre ai numerosi vantaggi, l’utilizzo dell’alluminio comporta anche delle sfide ecologiche. Tra gli aspetti negativi troviamo l’elevato consumo energetico durante la produzione, l’impatto ambientale dell’estrazione della bauxite e i processi ad alta intensità di emissioni: durante la fusione dell’alluminio mediante elettrolisi non viene soltanto prodotta una grande quantità di CO2, ma anche idrocarburi perfluorurati (PFC) molto dannosi per il clima.
Grazie alle sue eccellenti caratteristiche di riciclabilità, questo metallo è adatto per l’economia circolare. L’alluminio ha il potenziale per diventare un materiale del futuro. Però c’è molta strada da fare: a livello mondiale si produce ancora troppo alluminio nuovo, in gran parte con combustibili fossili. Per cambiare questa situazione, oltre ad imprenditori intrinsecamente motivati, sono necessarie anche misure politiche che impongano un comportamento più sostenibile.
Proprio in tempi in cui le questioni riguardanti la politica climatica rischiano di passare in secondo piano a causa di guerre e conflitti commerciali e gli interventi parlamentari vengono ritardati o addirittura sospesi, è ancora più importante che la società non perda di vista i temi della protezione del clima e si assuma le sue responsabilità. Ciò vale in particolare per i settori e le aziende che producono elevate emissioni di CO2. Tra questi vi è l'industria dell'alluminio, responsabile di notevoli emissioni di CO2 dovute alla produzione di metalli tramite elettrolisi. Una parte significativa proviene dalle emissioni indirette della produzione di energia elettrica nelle centrali alimentate da combustibili fossili.
Con una percentuale mondiale del 60%, la Cina è il maggiore produttore di alluminio primario e utilizza soprattutto energia elettrica proveniente da centrali a carbone. Spinta dalla Cina, la media globale è di 16.7 kg di emissioni di CO2 per ogni kg di alluminio prodotto. Grazie a metodi di produzione e generazione di energia elettrica più sostenibili, l’alluminio primario fabbricato in Europa genera in media un’impronta di carbonio di 6.7 kg di CO2 per kg di alluminio.
Benché l’industria edile sia ancora molto lontana da un’edilizia rispettosa del clima su vasta scala, anche in questo settore un numero crescente di aziende persegue obiettivi di sostenibilità con un percorso di riduzione ben definito e l’obiettivo finale di zero emissioni nette. Griesser è una di queste aziende. Il fabbricante svizzero di schermature solari è tra i pionieri del settore e anni fa aveva già integrato le sue ambizioni per il clima negli obiettivi aziendali strategici. Nei 143 anni di storia dell’azienda, l’alluminio svolge un ruolo centrale da decenni, afferma Urs Neuhauser, CEO del Griesser Group: «In passato fabbricavamo i nostri prodotti con il legno. Ma già a partire dagli anni ’40 ci siamo resi conto del valore aggiunto dell’alluminio. Oggi l’alluminio è il materiale che utilizziamo in maggior misura per i nostri prodotti.»
Com’era prevedibile, l’uso intensivo di questo materiale ha un influsso negativo sul bilancio di CO2 di Griesser: delle categorie materiali, energia, mobilità, trasporto e smaltimento che figurano nel bilancio, la quota più alta di CO2 è attribuibile ai materiali con una percentuale dell’87%. All’interno di questa categoria, il 78% è dovuto all’alluminio. Ciò rende molto difficile la totale decarbonizzazione entro il 2050. «Nel settore dei materiali, l’alluminio è l’elemento sul quale possiamo agire di più per ridurre in modo considerevole la nostra impronta di CO2 », afferma Urs Neuhauser. «Questo spiega la priorità delle nostre azioni e perché cerchiamo delle soluzioni proprio in questo settore.»
L’alluminio impiegato finora da Griesser era costituito in misura del 36% da scarti pre-consumo e post-consumo, derivanti da processi e consumi, e in misura del 64% da alluminio primario. L’alluminio green utilizzato oggi invece è costituito al 65% da scarti pre-consumo e post-consumo e solo al 35% da alluminio primario. Questo consente all’azienda produttrice di schermature solari attiva a livello europeo di ridurre le emissioni di CO2 per kg di alluminio fino al 30%, portandole a 3.3 kg di CO2 per kg di alluminio. A tale scopo, Griesser collabora con due fornitori scandinavi che vendono alluminio certificato a basse emissioni di carbonio. Ciò presenta ulteriori vantaggi proprio nel settore dell’alluminio primario. Questo materiale viene infatti prodotto in Europa con energie rinnovabili (energia idroelettrica ed eolica) e tecnologie moderne, che consentono di ridurre le emissioni di CO2 fino a cinque volte rispetto alla produzione tradizionale che consuma molto carbone.
Per il momento l’alluminio green viene utilizzato solo nell’assortimento di persiane. «Le nostre persiane contengono la percentuale più alta di alluminio, perciò abbiamo avviato la nostra iniziativa proprio qui», afferma Urs Neuhauser. «La sfida attuale è costituita dal fatto che la quantità disponibile di alluminio sostenibile è troppo esigua per poter effettuare subito la conversione completa e ridurre ulteriormente la percentuale di CO2.» Di conseguenza, il passaggio avverrà in modo graduale. «Oggi la produzione è ancora più costosa rispetto all’utilizzo di alluminio non riciclato. Tuttavia, la clientela non ne risente», come assicura Urs Neuhauser: «Non scarichiamo i costi aggiuntivi sui clienti. Grazie a incrementi nell’efficienza come la riduzione degli scarti di materiale mediante l’ottimizzazione della produzione e la riprogettazione dei prodotti con una quantità inferiore di alluminio e una qualità invariata, riusciamo a compensare questi costi.»
Anche se le soluzioni di schermatura solare non sono la prima cosa che viene in mente ai proprietari di case o di appartamenti nell’ambito di progetti di costruzione e ristrutturazione ottimizzati dal punto di vista delle emissioni di CO2, contribuiscono in modo significativo alla riduzione del consumo energetico. Grazie alla produzione sostenibile hanno inoltre un influsso molto positivo sul bilancio di CO2 di un edificio. Anche i clienti di Griesser se ne rendono conto sempre più spesso: «La domanda di prodotti per l’ombreggiamento sostenibili è in lenta crescita. È ancora necessario un grande lavoro di sensibilizzazione», sostiene Urs Neuhauser. Ma è altrettanto importante ottenere qualcosa nell’intero settore: «Per fronteggiare la crisi climatica non bastano le singole persone, ma ci vuole la collettività. Per questo motivo vogliamo dare un impulso a tutto il settore per contrastare insieme il cambiamento climatico.»